Anche un cabaret «alla giacobina»

Rivoluzione all’Ansaldo

Testata
La Notte
Data
17 luglio 1989
Firma
Paolo A. Paganini
Immagini
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Il bicentenario della presa della Bastiglia, celebrato a Parigi e in tutto il mondo con maxi-feste e rievocanti tripudi, anche a Milano ha avuto un suo dignitoso angolino teatrale. Ma è solo un pretesto, perché si tratta d'un composito spettacolo che vive di vita propria (e che sarà ripreso in stagione invernale).

Il debutto è avvenuto all'Ansaldo, nell'allestimento della Compagnia dell'Elfo, che s'è buttata a capofitto in un'avventura che rimarrà memorabile negli annali della sua storia.

Bisogna fare un piccolo passo indietro. L'Elfo è nato come una delle realtà più originali della storia teatrale milanese di questi ultimi vent’anni. Con Gabriele Salvatores, il suo carattere primigenio era ilare e fantasioso. Poi, l'Elfo è cresciuto e, con la maturità, ha scoperto la faccia tragica della vita. Queste due anime, quella gioiosa e scanzonata, e quella impegnata (e un po' incazzosa) sono state rappresentate rispettivamente da Salvatores e da Elio De Capitani/Ferdinando Bruni.

Il carattere, dunque, memorabile dell'attuale allestimento all'Ansaldo è che le due anime si sono di nuovo riunite, con tre spettacoli uno di seguito all'altro, più un prologo e un epilogo.

Salvatores ha firmato «Café Procope» ed «Epilogo nella sabbia». De Capitani «La danza immobile» e Bruni «Quartetto».

La successione delle pièce porta a più di quattro ore di spettacolo. Per alleggerirlo, ogni sera viene estratto a sorte un titolo da non rappresentare. L'altra sera è toccato a «Quartetto». Ugualmente, il tutto è durato tre ore secche. Ma, attenzione, volano d'un flato. Soprattutto per l’ora e un quarto di «Cafè Procope», un esilarante protocabaret giacobino, una specie di talk-show alla Maurizio Costanzo, che vede impegnati un Conte, un contadino e uno "storico «cagheur». Il pubblico, con tanto di palette, stabilirà di volta in volta il concorrente da mandare alla ghigliottina! Bisio, Alberti, Catania e Storti sono gli irresistibili animatori.

Anche per gli altri spettacoli, suggestivamente dislocati sotto l'immenso capannone, bisognerebbe dedicare approfondita segnalazione. Per il momento, ci affidiamo alla curiosità degli appassionati, riserbandoci di tornarci su con la prossima stagione.

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