Il mirabolante Ego nei mondi paralleli

Eroe strampalato Claudio Bisio, nelle «Nuove mirabolanti avventure di Walter Ego», pony-express intergalattico, in fuga tra avventure improbabili, macchiette televisive, situazioni surreali.
Suo alter ego Antonio Storti

Testata
il Manifesto
Data
12 marzo 1993
Firma
Oliviero Ponte di Pino
Immagini
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La fuga, o la sfiga. O tutte e due insieme. Sembra questo il destino dei personaggi di Claudio Bisio, o meglio del personaggio che l'attore milanese incarna al cinema (lo abbiamo visto di recente in Puerto Escondido, l'ultimo film di Gabriele Salvatores) e in teatro, dove è autore (in team con Gigio Alberti, Edoardo Erba e Rocco Tanica per le canzoni) e protagonista (con Alberto Storti) di Le nuove mirabolanti avventure di Walter Ego, al Teatro di Porta Romana di Milano fino al 14 marzo e poi in tournée.

La fuga, dunque: questa volta Bisio è un pony express intergalattico, incaricato di recuperare sul pianeta Fiuto 21 una specie di pila (la «santa energia»), indispensabile per ricaricare una divinità antisfiga, l'amuleto che ci preserva dagli strali della dea Malasorte. Cè pochissimo spazio per la satira politica (non più di un paio di battute); e passano in secondo piano anche la satira di costume e l'autocritica psico-sentimentale di chi subisce vizi e virtù di questi anni. Si capisce invece subito che quello fantascientifico è solo uno spunto per inanellare avventure improbabili, sketch surreali e macchiette quasi televisive.

Il viaggio porta infatti Walter Ego attraverso una serie di mondi paralleli variamente strampalati, in avanti o all'indietro nel tempo, ma tutti scalcagnati, polverosi e umidi come lo scantinato di un palazzone di periferia. E tutti popolati da un abitante curiosamente simile, che indossa un'improbabile tunichetta chiara da profeta in offerta speciale, ed ha la barba lunga e gli occhiali scuri di un «comico bestiale» come Alberto Storti. Nelle sue multiple e demenziali incarnazioni, è lui l'unico interlocutore del vagabondo Walter Ego, dal mondo nel quale inizia un po' per caso la sua peregrinazione fino a quello in cui trova finalmente il suo goliardico Graal.

Ma nel frattempo la coppia Bisio-Storti - sorretta dalle musiche di Michele Tadini e spalleggiata in scena dalle percussioni ginniche e d'atmosfera di Marcello Colò - ha avuto modo di scatenarsi in una serie di duetti sempre spiritosi, e a volte esilaranti. C'è un mondo in cui il tempo è rovesciato e si vive al contrario: per esempio, le storie d'amore iniziano con il litigio e l’abbandono, e finiscono quando s'intravede per la prima volta qualcuno che ispira la nostra curiosità: mentre le olimpiadi prima si vincono, e dopo ci si allena per dieci anni. C'è un pianeta gutturale (l’unica consonante ammessa è la «g») dove si stanno abolendo progressivamente, uno dopo l'altro, tutti i frutti della civiltà e in cui l'unica moneta in circolazione è il sentimento, con il suo potere di coinvolgimento e di ricatto (efficacissimo in forma di canzonetta pseudo sanremese). E c'è perfino un mondo in cui Walter Ego viene scambiato per Abele da un Caino depresso che parla un bergamasco di travolgente forza comica.

Più che sulla sconclusionatezza degli narrazione e sulla fragile trama, Le nuove, mirabolanti avventure di Walter Ego si regge sul gioco gratuito del palcoscenico: sui duetti tra Bisio e Storti, sul loro affiatamento e sulla loro esibizionistica generosità, sulla loro capacita di inventare con guittesca energia una mezza dozzina di mondi paralleli, allegramente distorti e implausibili. E sul loro divertimento nel renderli per un attimo concreti come nell'infantile piacere di distruggerli subito dopo, passando ad altro.

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