By Night

By Night

Di notte. Che si fa di notte? Che faccio di notte? Dormo. O ciulo. O, se preferite e siete magari un po’ bacchettoni, mi consegno tra le braccia di Morfeo. O di Eros. O di tutti e due. Alternati, s’intende. L’ideale è prima Eros e poi, per un giusto e meritato riposo, Morfeo. Attenti però a non confondere e cadere tra le braccia di Domenico Morfeo, noto ex trequartista del calcio nostrano, perché allora altro che meritato riposo! Occorrerebbe tutta la nostra energia per fuggire dal suo abbraccio. Dicevamo prima Eros (non il cantante!) poi Morfeo, cioè prima l’amore e poi un bel sonnellino. Ecco, una volta, mi sembra di ricordare, era tutta una notte dedicata al sesso e poi, alle prime luci dell’alba, sfiancato da cotanta prestazione plurima (e non come Sting fatta di astinenza e privazione) ma proprio plurima in quanto a quantità di esecuzione, era tutto un crollare esausto per un veloce riposino perché spesso la lei di turno doveva docciarsi e correre in ufficio (io no, mai andato in ufficio in vita mia, però la colazione insieme era un piccolo rito quasi doveroso prima di rimettersi a letto (il suo) e dormire fino alle due di pomeriggio ricordando di lasciarle le chiavi lì, lì sulla finestra (come ci aveva insegnato il Battisti). Oggi invece il rapporto quantitativo si è invertito. E a volte pure l’ordine degli addendi (ammesso che si stia parlando di una addizione). Voglio dire oggi, per me, la notte è fatta principalmente per dormire. Poi, eventualmente, di tanto in tanto, se è il caso… ci si abbandona fugacemente tra le braccia di Eros, magari proprio alla mattina, al risveglio, quando, chissà mai perché, il virgulto priapesco è al suo culmine. E mi devo scordare quelle belle dormite post-amore, perché se non c’è una colazione da preparare o un figlio da svegliare, c’è sicuramente un cane da far pisciare e poi il telefono che comincia a squillare con proposte indecenti: “Caro utente, lei è stato selezionato per ricevere in premio un rinnovo dell’abbonamento telefonico alle stesse condizioni per altri cinque anni…” E poi, e poi, e poi… un’altra lunga e frenetica giornata per giungere finalmente alla sera con un sonno boia perché per noi dormiglioni, come insegnano le note gemelle: “La notte è piccola. Troppo piccolina…”