Mi piace

Mi piace

Mi piace la gente che quando saluta ti stringe la mano, sorride e non ti sputa Mi piace dormire, mi piace il divano Mi piace mia figlia che è timida e tace Mi piace mio figlio e tutta la sua specie Mi piace la turtle e pure il suo orbace Mi piace la canna, da pesca e chi la fece Mi piace il lamento ma non chi si lamenta Mi piace la mente ma non chi sa di menta Mi piace chi mente sapendo di mentina (Il saggio assaggia soggetti di saggina) Mi piace restare attaccato al presente Mi piace pensare, giocare con la lente Hai l'aik? hai ker, hai kud, hai ken? Vi sovvien, dice Alberto di Giussano Sono versi ribaldi, che non piacquero a nessuno Tranne a me che rimiravo il grande re segone Tra Milano e Lecco e Milano e Lecco E Milano e Lecco... e mi lecco l'ano Ho sbagliato, mi sono impaperato Non sono preparato, mi sento un po' imbranato È un doppio settenario, non è di certo un rèp! Perché per fare rima puoi solo dire "Pèp!" Sono andato fuori tema, me lo diceva il prof Mi da sei meno meno, io penso: "Va a fancòf! Mi sa che ora lo meno ma poi mi da la nota Che è una ragazzina già molto conosciuta Perché a chi non l'aiuta lei gli attributi pota Mi piace giocare con le parole amiche Mi piaccion le ragazze: la Giusi, la Vale, la Mike Mi piace cazzeggiare, e certo, sì, viaggiare Evitando le buche più dure Buca con acqua, buca con fango come diceva Primo Nel senso di Arcovazzi nel film “Il federale” Notate che signore che sono diventato Non ho cercato rime per Primo Arcovazzi E ho perfin glissato parlando delle amiche Son proprio maturato ne vado molto fiero Se penso solo a ieri a quello che non ero Mi viene un po’ da ridere oppure urlo e sclero Perché io già lo sento, non me ne voglia il clero, Che per una rima lepida, darei il mondo intero Come il coniglio Rabbit che sente tatatàtta Ta tatatàtta… Ta tatatàtta… ammazzalavecchia… Lui per un po’ trattiene ma poi la voglia esplode E non può fare a meno di replicar “Col flit!” Così penso a Tognazzi che con divisa sudicia Interpreta Arcovazzi prodromo del Tafazzi E io davvero cerco di rallentar la lingua Ma non ci riesco proprio e allor mi sfogo anch’io Così urlo: “Sti cazzi!”