Paolo Jannacci

Paolo Jannacci

Ancora insieme

 

 

A Milano la giornata era piuttosto fredda.

Ovviamente sera, ovviamente tardi ed ovviamente nebbia.

Il motorino si era fermato, malamente, tra un dosso e un cartello stradale mezzo rovinato, quei cartelli dimenticati da tutti; a cui neanche la ruggine dedica un poco del suo tempo.

In quei momenti pensi che siccome hai perso il portafoglio, c'è poco lavoro e ti stai allontanando dagli amici, almeno hai la salute e la forza per spingere il motorino; ma dopo il quarto colpo di tosse e il brivido che ti graffia la schiena (e non è per il freddo), cominci a pensare che non sia il tuo periodo più brillante.

Va bè, a monte, domani è un altro giorno e qualcosa mi inventerò, Il problema è tornare a casa... Eh già, perchè l'ultimo 12, inteso come tram, è già passato e non ero proprio dell'umore di farmi una bella passeggiata di 10 chilometri.

Proprio mentre mi tiravo su il bavero e pensavo se mettermi a piangere o nascondermi in qualche fantasia, mi si avvicina un gruppetto omogeneo di individui non classificabili e non volevano chiedermi da accendere.

In quei casi, innanzi tutto ti passa la febbre, poi fai un piccolo resoconto di quello che hai fatto di buono nella vita prima di chiudere gli occhi...

La prima spinta non l'ho neanche sentita le altre due un pò di più. Quando ho visto affiancarsi anche un’auto, mi è venuto solo da salutare la mamma...

Bloccato dalla paura e dal freddo non sento: né spari, né urla ma una voce abbastanza familiare:

"Tutto Bene...?" "Paolino...!"

Il gruppetto riconosce, ovviamente prima di me, di chi si tratta. Si tratta di Bisio.

"Sono amici tuoi?" "Ciao ragazzi! Tutto bene?"

Il gruppetto coeso si fionda da Claudio abbandonando l'interesse per me, tirando fuori una bella macchina fotografica e facendo gli scatti di rito.

"Adesso devo andare...! Ciao Ragazzi! Paolino, dai, salta su!"

Il gruppetto ormai calcificato oltre che dalle forme anche nel colore, si volta, mi guarda prima con sospetto e poi con ammirazione e divertimento; viene fuori dal magma una vocina da contralto:

"Ueh Stai attento che a quest'ora c'è in giro della brutta gente! Ci vediamo qualche altra volta..."

 

Salito sull'auto non abbiamo parlato per almeno una decina di chilometri... Io dovevo ancora ritornare sul pianeta terra e poi c'era 'sta scighera maledetta...

Dopo una mezz'oretta di giri a vuoto per l'orrenda visibilità Claudio mi ha chiesto dove abitassi e dopo una pausa Beckettiana, mi chiede a mezza voce:

"Hai da fare l'anno prossimo?"

Io l'anno prossimo avrei avuto solo da evitare il freddo...

 

Ci siamo visti sul palco di Zelig a gennaio e tutt'ora, quando si esce dal teatro insieme fa un freddo cane.

 

Paolo