Micio, Imbruglia e Mollacchia. Il meglio di Bisio in dieci anni di tv e racconti

Testata
la Repubblica
Data
12 febbraio 2003
Firma
Anna Bandettini
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«PRONTO? No, guarda Morfeo non te lo do. Me lo deprimi. Poi fai come Malesani e tutti gli altri, me lo tieni seduto in panchina»... Era la classica telefonata con cui Giovanni Vittorio Pasquale, detto Micio, ci rendeva noti i suoi malaffari di maldestro procuratore di calcio. Sono gli esilaranti anni di Mai dire gol – ma non solo – quelli che Claudio Bisio fa rivivere nel cofanetto Mondadori «...Che simpatico umorista» in uscita oggi nelle librerie e battezzato dal suo autore, Bisio appunto, alla Mondadori di via Marghera alle 18, accompagnato dagli amici di oggi, la banda di Zelig Circus.

Libro e cofanetto (17,60 euro) raccolgono, ovviamente con dovuta selezione, la storia del Bisio televisivo. Che non è poco. «È una sorta di meglio di... dove ci sono i personaggi famosi e altri così poco noti da essere sconosciuti anche a me», scherza il comico.

Si va dalle pagine con le beffarde cenette di Micio, il celebre personaggio nato in tv accanto alla Gialappa's, i suoi raggiri, i suoi commenti calcistici, le sue trovate, alle iperboliche terapie mediche del professor Imbruglia quello che sempre in tv partiva con «sono Imbruglia I come Ittero, M come Meteorismo, B come Broncopolmonite, R come Raucedine», oppure, «Sono Imbruglia I come Isteria M come Maldischiena, B come Brutto...», o ancora «Imbruglia I come Indisposizione, M come Mal di Pancia...». Anche se poi nel libro la vera novità sono le recensioni di Romolo e Remo Mollacchia, critico televisivo, «alla Mollica», dice Bisio, amabilmente prono davanti agli artisti cui non risparmia inconsapevoli dileggi nelle sue recensioni, cose tipo «Jovanotti, l'insalatina vegetariana della musica», «Venditti il Totti della canzone italiana», e ancora Patty Pravo, il doge delle tre Venezie e via sbeffeggiando. Tutto questo lo si vede anche nel video, dove i teledipendenti ritrovano ancora Micio, Imbruglia, Mollacchia, più altri personaggi di trasmissioni dimenticate. E – tocco di classe – non Zelig.