Federico Baccomo

Federico Baccomo

Nel 2010 stavo lavorando al mio secondo romanzo, “La gente che sta bene”, e, nel corso di una festa, una delle scene che speravo più divertenti del libro, a pagina 95 feci domandare al protagonista – un uomo tanto vanesio e arrogante quanto ingenuo e inadeguato – questa domanda: «Se facessero un film su di te, che attore vorresti per impersonarti?»

Il protagonista si fa cogliere impreparato, prende tempo, esita, tentenna, cerca la risposta perfetta, e, in tutta questa incertezza, si fa soffiare dai presenti la rosa dei più grandi attori italiani, da Mastroianni a Volonté, passando per Gassman e Tognazzi. Si allontana, quindi, furioso per essersi lasciato sfuggire la possibilità di autocelebrarsi pubblicamente e finisce per prendersela con la moglie con queste parole: «Però Carlita, porca miseria, anche tu. Perché non m’hai suggerito? Stai sempre lì a rompere le palle con ‘sto Claudio Bisio, Bisio di qui, Bisio di lì, affascinante, simpatico, ma poi quando c’è bisogno, stai zitta. Altro che Mastroianni, almeno Bisio è vivo. Voglio vederlo ora a recitare, Mastroianni. Adesso comunque vediamo se esce l’occasione per dirlo.»

 

Da un lato, a livello narrativo, era un piccolo artificio per suggerire, senza doverlo descrivere, che tipo di fisicità e di espressività immaginassi per il mio personaggio, dall’altro, a livello emozionale, era un gioco per così dire meta-letterario: chissà, mi son detto, se un giorno davvero facessero un film su questo mio personaggio, ecco io la butto lì, nel solco della vecchia commedia italiana, quella degli Alberto Sordi, degli Ugo Tognazzi, butto lì il nome che mi sembra perfetto, Claudio Bisio, solo una proposta naturalmente, poi si faccia come si vuole.

 

Ora facciamo un salto temporale: nel gennaio 2011 un produttore cinematografico comprò i diritti cinematografici del romanzo.

 

Altro salto temporale: nel gennaio 2012 ricevetti una telefonata dal produttore cinematografico. Voleva dirmi l’attore che avevano in mente per il film: Claudio Bisio.

 

Ultimo salto temporale: nel maggio 2013, viene battuto il primo ciak del film tratto da “La gente che sta bene”, con Claudio Bisio protagonista.

 

Ecco, a ripensare a tutto questo percorso, oggi fa sorridere come quello che era solo un gioco, uno dei tanti con cui si riempiono le pagine dei libri (cognomi di amici anagrammati, frasi rubate alla realtà, piccoli tributi e/o vendette personali incomprensibili ai lettori ma non ai destinatari, ecc.) si è rivelato non solo un desiderio destinato a essere realizzato, ma un’intuizione andata molto oltre le aspettative: Claudio è stato l’incarnazione perfetta di un personaggio che sulla carta esibiva panni piuttosto difficili da indossare. A un uomo che, in altre mani, avrebbe rischiato di apparire monodimensionale, quando non proprio caricaturale, Claudio – sulle orme lasciate dai grandi attori che il capannello alla festa faceva gara ad accaparrarsi – ha dato voce e gesti, profondità e prospettive, sfumature e ombre, che l’hanno reso vivo, reale, vero, più di quanto potessi pensare e sperare. E credo che, se oggi, nel corso di una festa, a pagina 95, al personaggio chiedessero di nuovo: «Se facessero un film su di te, che attore vorresti per impersonarti?», senza esitazioni e senza incertezze, lui risponderebbe subito: «Claudio Bisio», che, come battuta, fa meno ridere dell’originale, ma, sapendo poi come vanno le cose, è ben più importante togliere immediatamente ogni dubbio, non correre rischi, assicurarselo subito.