Sandrone Dazieri

Sandrone Dazieri

Incipit di racconti mai scritti con protagonista Claudio Bisio.

 

Racconto Horror.

Claudio Bisio si svegliò di soprassalto, mentre il tuono rombava nel cielo. Che cosa aveva sognato? Non riusciva a ricordarselo. Dell’incubo che lo aveva fatto ansimare nel sonno rimaneva solo l’orribile sensazione di qualcosa di tremendo che cercava di ghermirlo, qualcosa di morbido e avvolgente. Fuori dalla torre di pietra, la tempesta continuava a scatenarsi, con il vento che flagellava le cime delle piante curvandole come enormi gnomi pronti ad aggredire i viandanti. Senza accendere il lume a petrolio, Claudio Bisio si alzò e camminò a piedi nudi lungo il pavimento di marmo. La luce dei lampi illuminava a tratti la stanza, rivelandone i particolari inquietanti. La perfetta riproduzione di una ghigliottina, che sembrava attendere il collo di una vittima ignara, il cappio che era servito per impiccare l’autore di cento efferati omicidi, il pugnale richiuso nella teca che, si diceva, fosse lo stesso che era servito per l’aggressione a Rasputin. Claudio Bisio continuò a camminare, mentre l’oscura sensazione lasciatagli dall’incubo permaneva. Era come se qualcosa di orribile si fosse materializzato nella stanza e adesso fosse lì con lui, alle sue spalle. Lui stesso si sentiva… diverso!

Claudio Bisio aprì la porta del suo bagno, un bagno scavato interamente in pietra lavica, con un enorme specchio che ricopriva interamente una parete. Un lampo più forte degli altri squarciò l’oscurità e Claudio Bisio vide la propria figura riflessa. Un urlo disumano proruppe dalle sue labbra, mentre cadeva in ginocchio, sconvolto dall’orrore. Non era stato un incubo! Era tutto vero! La sua testa, la sua testa era ricoperta da… CAPELLI!

 

Racconto di fantascienza.

Claudio Bisio si svegliò di soprassalto al suono lacerante del VideoTelefono. A tentoni lo accese, regolandolo, e sul video apparve il volto inconfondibile del Presidente Terrestre SILVIO XV.

“Agli ordini, Presidente.” balbettò Claudio Bisio, stupefatto. Per quanto Claudio Bisio fosse l’attore più conosciuto e amato dell’olovisione, raramente aveva avuto il privilegio di essere contattato direttamente dall’uomo più potente dell’universo conosciuto.

Il presidente venne subito al punto. “Cittadino Bisio, mi duole svegliarla dal suo giusto sonno. So che non tutti possono dormire solo cinque minuti al mese come me. Ma è in gioco il destino del nostro pianeta.”

Una scarica di adrenalina svegliò completamente Claudio Bisio. “La ascolto.”

“Guardi.” Disse il presidente. Il suo volto scomparve, e fu sostituito da un immagine che Claudio Bisio comprese essere stata registrata dalla cintura difensiva dei satelliti terrestri nell’orbita di Saturno. Sullo sfondo delle stelle eterne, si stagliava una flotta di astronavi lucenti. Claudio Bisio trattenne il respiro. “Cittadino Bisio,” proseguì il presidente, “quella che lei vede è la flotta di attacco di una civiltà sconosciuta che le nostre vedette hanno avvistato poche ore fa. La loro capacità tecnologica è immensamente superiore alla nostra e il nostro pianeta sarà certamente conquistato. A meno che…”

“A meno che?”

L’immagine dello spazio venne sostituita da quella di un gigantesco mostro verde, dotato di dieci braccia nerborute, zanne e coda con aculei velenosi. “Quello che vede”, disse il presidente, “è il combattente che loro chiamano XNAOI^=I£, che nella nostra lingua significa Colui Che Ti Mangia il Cuore e Gli Piace Pure. Se il campione terrestre sarà in grado di batterlo a mani nude, il nostro pianeta sarà salvo. E il consiglio terrestre all’unanimità ha deciso che sarà lei il nostro campione. Se la sente Cittadino Bisio?”

Claudio Bisio scattò in piedi, mentre un sorriso beffardo gli illuminava il volto. “Sarà una passeggiata, Signor Presidente.”

 

Racconto Giallo

L’uomo giaceva riverso in una pozza di sangue. Dalla sua schiena spuntava il manico di un pugnale, mentre sulla sommità del capo era ancora infissa un’ascia la cui lama era penetrata fino al mento. Il piede sinistro era stato segato via, mentre la gamba destra, strappata dal corpo, era ora infilata nella bocca della vittima fino all’esofago. Claudio Bisio scostò le falde del trench e si inginocchiò per osservare meglio il corpo straziato.

“Che cosa ne pensa?” Chiese l’ispettore Lastrada, giocherellando nervoso con la cravatta.

Claudio Bisio si rialzò, infilandosi una sigaretta all’angolo della bocca. “Temo che siate giunti alla conclusione sbagliata, ispettore.”

L’ispettore arrossì. “Vuol dire che…”

Claudio Bisio sogghignò. “Temo di sì. Non si tratta di un suicidio.”